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Il fintech italiano decolla grazie ai prestiti alle Pmi

I finanziamenti a medio lungo termine alle imprese erogati nel primo semestre attraverso le piattaforme digitali sono quasi quintuplicati dal 2020, toccando quota 2,3 miliardi di euro. E più che triplicato è il numero di piccole e medie imprese coinvolte.

 

I dati, se letti bene, sono spesso inequivocabili, disegnano tendenze o consolidano fenomeni a crescita lenta.

Quando si parla di fintech, al di là dell’euforia di breve durata per round ultra milionari, spesso non si va ad analizzare un indicatore che invece fotografa puntualmente lo stato di difficoltà che le imprese (soprattutto quelle piccole e medie) vivono per accedere immediatamente alla liquidità necessaria per crescere.

 

Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati raccolti dall’associazione ItaliaFintech, le piattaforme fintech hanno erogato nel complesso 2,3 miliardi di euro di finanziamenti a medio lungo termine alle aziende italiane, una cifra decisamente in crescita rispetto al miliardo e mezzo dello stesso periodo del 2021.

Cresciuto (del 39%) anche il numero di aziende finanziate, arrivato a quota 5.935. Emblematico il confronto con i dati dell’ultimo triennio, arco temporale nel quale i finanziamenti sono passati da 533 milioni di euro (consuntivo 2020) agli attuali 2.281, mentre il numero delle Pmi che hanno beneficiato del canale digitale per l’accesso al credito è salito da 1.755 a 5.935 del 2021.

Numeri emblematici, dicevamo, che confermano come i canali tradizionali (banche in primis) non riescano a soddisfare una domanda di capitali che risulta vitale per superare l’attuale stato di crisi economica ed energetica e che necessita di una maggiore rapidità nell’erogazione e di un’elevata possibilità di personalizzazione del credito.

Interessante anche il dato settoriale, che vede nel retail, nei trasporti e nel manifatturiero i comparti che hanno richiesto e ottenuto i prestiti maggiori, mentre a livello geografico quasi la metà delle aziende finanziate sono localizzate al Nord, un terzo al Sud ed il restante 20% nel Centro e nelle Isole.

Il ruolo delle fintech a supporto delle Pmi italiane è dunque sempre più importante, vuoi per la velocità di risposta, vuoi per la capacità di offrire uno strumento flessibile e senza costi fissi elevati, che diventa fondamentale per diversificare le fonti di approvvigionamento delle risorse.

Detto questo, è utile ricordare come l’ecosistema delle startup che operano a vario titolo nella finanza tecnologica deve necessariamente crescere e mettere i muscoli per affermarsi come veicolo di finanziamento alternativo a quello bancario tradizionale. E per crescere servono investimenti (dei venture capital e non solo), alleanze strategiche (fra fintech e banche) e un’accelerazione decisa nel processo di digitalizzazione delle Pmi italiane.