Oltre 630 fra startup e scaleup e circa 900 milioni di euro raccolti negli ultimi dodici mesi: sono i principali numeri del mercato dell’edizione 2022 dell’Osservatorio Fintech e Insurtech realizzato dal Politecnico di Milano, che conferma come il destinatatio privilegiato dei nuovi attori della finanza siano le Pmi.
Spesso e volentieri, i numeri (se ben interpretati) raccontano molto di un fenomeno, di un mercato, di un settore.
Perciò, vediamo insieme cosa emerge dall'analisi effettuata dall'Osservatorio Fintech e Insurtech presentato dal Politecnico di Milano.
L’ambito che interessa a Change Capital è naturalmente quello del fintech e i numeri che ci riguardano da vicino sono quelli che emergono dall’ultima edizione dell’Osservatorio Fintech e Insurtech realizzato dal Politecnico di Milano. Eccone un estratto:
Numeri che vanno contestualizzati nello scenario attuale, segnato dalle tensioni geopolitiche ed economiche che tutti conosciamo e quindi ancora più indicativi di un settore che (in Italia) sta progressivamente avviandosi alla maturità.
Crescono gli attori, i volumi di fatturato, nascono i primi unicorni, aumentano gli utenti che sottoscrivono i servizi proposti dalla finanza alternativa e si registra una generale maggiore apprezzamento delle soluzioni finanziarie e assicurative proposte in forma digitale.
Fra i tanti indicatori economici che si leggono nel rapporto redatto dal Politecnico, ve ne sono alcuni che dimostrano come Change Capital abbia intrapreso una strada coerente con le potenzialità di ulteriore sviluppo ed evoluzione del fintech e del mondo finanziario nel suo complesso.
La proposta delle startup/scaleup italiane è rivolta in modo diffuso alle piccole e medie imprese (succede nel 71% dei casi) e si rivolge in quasi egual misura (60%) agli istituti finanziari, tanto che ben l’83% delle realtà innovative ha in essere delle partnership con gli altri attori del mondo finanziario, soprattutto per trarre beneficio dal network di contatti strategici o delle competenze del relativo partner.
Buoni segnali, come spiegano gli esperti del Politecnico, arrivano anche dai ricavi, considerando che quelli mediani per startup/scalup previsti a fine 2022 sono quasi il doppio rispetto a quelli consolidati nel 2021, per quanto ancora non si generino stabilmente margini operativi e flussi di cassa positivi. E solo il 44% delle realtà italiane è oggi in grado di guardare ai mercati esteri.
Non mancano, giusto evidenziarlo, anche alcune criticità, a cominciare proprio dalla scarsa attenzione rivolta dalle imprese innovative della finanza ai mercati esteri (solo il 44% di tutte le startup è attiva in questa direzione, Change Capital ha intrapreso il proprio percorso di internalizzazione dalla Spagna) e dall’ancora limitata capacità di attrarre funding da attori internazionali.
Certo i numeri del Regno Unito, che si conferma la culla del Fintech in Europa ospitando il 38% di tutte le startup attive e vantando un totale di finanziamenti raccolti di 17,4 miliardi di dollari), sono ancora una chimera per l’ecosistema italiano ma le prospettive sono decisamente favorevoli. E lo dice anche il titolo del convegno che ha celebrato la presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech 2022: “Fintech & Insurtech: the best is yet to come!”.